Binge Eating Desorder: disturbo da alimentazione incontrollata
Il binge eating disorder: che cosa è, come si origina, chi colpisce
Il binge eating disorder: che cosa è, come si origina, chi colpisce
Simona Zitelli
Il binge eating disorder (BDE) è un disturbo dell’alimentazione caratterizzato dalla presenza di ricorrenti episodi di abbuffate che causano marcato disagio.
Tra i principali sintomi di chi soffre di disturbo dell’alimentazione incontrollato è la presenza di ricorrenti abbuffate. A differenza della Bulimia e dall’anoressia nervosa, non sono seguite da pratiche compensatorie come vomito autoindotto o uso di lassativi.
I criteri diagnostici del binge eating disorder secondo il DSM 5 prevedono che le abbuffate avvengano almeno 2 giorni alla settimana per un periodo di 6 mesi.
Affinché si possa diagnosticare il disturbo da alimentazione incontrollata è necessario che siano presenti le seguenti caratteristiche:
Gli episodi di alimentazione incontrollata sono accompagnati da almeno tre dei seguenti sintomi:
Il binge eating disorder è associato in molti casi a disturbi dell’umore e di personalità. Spesso chi soffre di un disturbo da alimentazione incontrollata è anche depresso, ha bassa autostima accompagnata da insoddisfazione per il proprio aspetto fisico.
Pur non essendo ancora chiare le cause del disturbo da alimentazione incontrollata è necessario riflettere sulle influenze sociali e culturali che possono condurre al suo sviluppo.
Il contesto sociale e culturale giocano un ruolo fondamentale nella costruzione dei principali modelli di bellezza di riferimento. A tali modelli si ispira la maggior parte delle persone per regolare il proprio comportamento alimentare ma anche per valutare se stesso.
Il corpo idealizzato proposto dai media può diventare una norma sociale interiorizzata. Un valore personale che influenza e determina le sue scelte e i suoi comportamenti alimentari. Tale confronto porta conseguenze negative sull’autostima.
Il binge eating disorder esordisce di solito in età adolescenziale. A differenza dei più noti disturbi alimentari ad esso molto spesso non gli viene subito associato un problema derivante dalla sfera emotiva. Pertanto ci si rivolge con maggior facilità ad un dietologo per poter ritornare al peso forma.
Il decorso del binge eating disorder è paragonabile a quello della Bulimia Nervosa. Infatti, spesso è diagnosticato in soggetti in sovrappeso che si abbuffano con le stesse modalità e la stessa frequenza dei soggetti bulimici.
Le abbuffate a lungo termine tendono a cronicizzarsi.
I fattori di rischio in grado di scatenare un disturbo del comportamento alimentare non sono chiari. Ma vi possono essere delle condizioni che li favoriscono.
Si può ipotizzare una componente genetica, ovvero la presenza di disturbi alimentari nella cerchia familiare. Ma soprattutto fattori individuali di vulnerabilità generati durante l’infanzia. Fattori che hanno fatto sentire l’individuo inadeguato e non accettato. Tanto che negli anni successivi ha continuato a cercare di essere fisicamente attraente con la convinzione di poter essere amato ed accettato dagli altri.
Questa vulnerabilità generatasi durante l’infanzia ha impedito all’individuo di elaborare correttamente le emozioni negative tanto da rivolgersi al cibo come regolatore emotivo.
Proprio perché nel binge eating disorder il soggetto, non mette in atto pratiche compensatorie, tende ad aumentare di peso e quindi ad essere obeso.
Quindi i soggetti affetti da binge eating disorder spesso soffrono di patologie legate all’aumento del peso corporeo. Quali malattie cardiovascolari, cancro, disturbi del sonno e lo sviluppo della sindrome metabolica che comporta obesità addominale, dislipedemia, ipertensione arteriosa, diabete.
Ai danni fisici nelle persone che soffrono di binge eating si associano disturbi emotivi. Quali una bassa autostima ed una tendenza all’umore depresso, vergogna per il proprio aspetto fisico, apatia.
Per intervenire efficacemente sul binge eating disorder è indispensabile un approccio multidisciplinare che vede il coinvolgimento di figure mediche (internisti), uno psicologo, un dietologo e a volte uno psichiatra, ma anche il coinvolgimento della famiglia nella terapia può essere di notevole aiuto.
Quindi è indispensabile impostare una dieta che possa ristabilire lo squilibrio metabolico che il disturbo ha creato, e rieducare ad un’alimentazione sana.
I soggetti che soffrono di binge eating disorder possono trovare beneficio anche dall’assunzione di farmaci antidepressivi e ansiolitici capaci di ridurre l’intensità e l’impulso incontrollato ad alimentarsi.
L’intervento d’elezione rimane la terapia psicologica, in quanto il soggetto non avendo una buona regolazione emotiva deve imparare a separare le emozioni dal cibo, riconoscere i fattori scatenanti le abbuffate e indirizzare il proprio comportamento a soluzioni alternative e più funzionali.
Psicologa. Si occupa di: adulti, bambini, sostegno genitorialità, DSA