Attacchi di fame: il vero motivo della perdita di controllo
Ti è mai capitato di passare dal mangiare ordinato al divorare incontrollato?
“Supponiamo che ti trovi davanti ad un tavolo con a disposizione tante cose buone da mangiare. Assaggi qua e là e avverti esattamente quando dovresti smettere, ma una vocina ti dice: “Si va bene, ancora un pochino e poi basta, tanto ormai ho sgarrato, ma prometto che da domani tutto cambierà, ma poi non cambia mai niente”.
Sai perche’ non cambia mai niente?
La risposta va ricercata nel proposito di controllo che t’imponi: è come se ti mettessi una regola del tipo: “A colazione devo mangiare solo fette biscottate con la marmellata, a pranzo solo secondi senza pasta e solo il sabato posso concedermi la pizza con un dolcino”.
Si tratta di uno stile di pensiero molto rigido in cui hai scelto di non far rientrare alcuni cibi nella tua alimentazione in quanto li hai valutati cibi da lista nera. Infatti, basterebbe un cornetto al cioccolato, un piatto di pasta, un pezzo di pane o anche una caramella per ri-metterti in moto il meccanismo dell’attacco di fame.
Ma qual è il vero motivo per cui non riesci ad essere più tollerante con te stesso?
La verità è che desideri un piacere senza limiti.
Vorresti non rinunciare ad un cibo preferito, ma la tua mente assoluta ti ricorda che se scegli un cibo calorico c’è un prezzo da pagare: le calorie e dunque, immediatamente, quel cibo diventa il carceriere dentro di te, perché lo vivi come uno sgarro, come una colpa, come un’alternativa alle tue proiezioni e aspettative.
Questa è la classica situazione a rischio di attacchi di fame, impulsi che scattano perché non hai limiti di tolleranza che ti consentirebbero di assaggiare cibi-piacere in media quantità, prevenendo la perdita di controllo.
L’irrompere dell’istinto che si verifica durante gli attacchi di fame non consente alcuna attesa. E’ una visione del mondo in bianco e in nero senza sfumature di gratificazioni giornaliere. Quasi tutti gli attacchi di fame che ti colpiscono possono essere classificati sotto le voci “trattenersi e sacrificarsi”. Molte volte non sei neppure consapevole di quando e dove ti reprimi.
Osserva qui di seguito cosa succede dentro di te:
Ogni giorno sei in lotta tra il desiderio di mangiare qualcosa di buono e il senso di colpa: infatti se, per esempio, decidi di mangiare un pezzo di torta intero subito pensi: “Era meglio se mangiavo un frutto”; se, invece, decidi di mangiare metà fetta di torta pensi “ne voglio ancora” e desideri subito l’altra metà che diventando un pensiero fisso ti provoca l’attacco a divorarla tutta accompagnato da odio verso te stessa/o e preoccupazione per il tuo peso e per il giudizio degli altri.
La bella notizia è che è possibile uscire da questo circolo vizioso e liberarsi dal senso di colpa se ti concedi il diritto di gratificarti. La gratificazione è un bisogno e se continui a resistergli si attiverà dentro di te la compulsione di un attacco di fame ingestibile.
L’alimentazione non va razionalizzata
L’alimentazione non si riassume in un complicato calcolo di calorie, NO, così come l’equilibrio alimentare non si gioca su un pasto.
Puoi regolare il tuo peso attraverso l’ascolto delle tue personali voglie alimentari perché hai il diritto di mangiare ciò che ti piace.
Se, invece, continui a vietarti gli alimenti che ti piacciono ma che fanno ingrassare perché vuoi essere magro/a, tale restrizione cognitiva provocherà delle disfunzioni del comportamento alimentare e il tuo peso reale si allontanerà da quello ideale rendendoti a vita schiava/o del cibo e più cercherai di dimagrire, più ingrasserai!
Dunque, come uscirne?
Esiste un modo semplice, una strategia efficace per arginare l’attacco di fame improvviso?
La risposta è Si.
Se sei interessata/o all’argomento sarò lieta di ascoltare le tue problematiche a riguardo e di aiutarti a mettere in atto i giusti meccanismi piscologici per gestire gli attacchi di fame.
“IL MOMENTO GIUSTO PER PASSARE DAL PENSIERO ALL’AZIONE E’ QUELLO CHE DECIDI TU: SE UNA COSA NON LA FAI E’ PERCHE’ IN FONDO NON L’HAI MAI VOLUTA “.
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Della Grave Riccardo, Terapia cognitivo comportamentale ambulatoriale dei disturbi alimentari, Positive Press, Verona 2003;
Gabet-Pujol Sandrine, Quaderno d’esercizi per tenere il peso sotto controllo, Vallardi Editore, Milano 2017;
Gockel Renate, Donne che mangiano troppo, Feltrinelli Editore, Milano 2010;
Parenti Stefano, Magda Arnold. Psicologa delle emozioni, D’Ettoris Editori, Crotone 2017;
Todisco Patrizia e Vinai Piergiuseppe, la fame infinita, Centro Scientifico Editore, Torino 2008.
1 commento
Lettieri Anna · Maggio 25, 2019 alle 9:20 am
Salve mi chiamo Anna… ho 48 anni… sono moglie e mamma e faccio la casalinga.
Il problema della linea è sempre stato il mio “cruccio” sin dell’adolescenza, avere un bel corpo, ti rende attraente, piacevole , gli abiti ti scivolano addosso una meraviglia… ti senti quasi felice! Ma con gli anni ho capito sulla mia pelle che non basta avere un fisico alla Belen Rodrigues… la vera felicità è tutt’altro… la serenità familiare… per esempio, se a casa tutto va bene allora sei felice… anche con qualche chilo in più e se proprio vuoi… puoi… iniziare a fare la Dieta!!!… ma se ci sono problemi che siano essi familiari o sentimentali… allora è più difficile se no addirittura impossibile… perciò prima di cominciare la Dieta bisogna essere a mio avviso tranquilli e avere la mente libera… o quasi!! Poi io intendo per Dieta
mangiare tutto… ma con moderazione… senza considerarla una penitenza o addirittura un castigo… perché le astinenze… le imposizioni, non portano mai risultati… quindi mangiamo… moderatamente e facciamo anche un po di attività fisica… anche una semplice passeggiata!!