Anoressia Nervosa: cos'è e come affrontarla
Come riconoscere l’anoressia nervosa? ti spieghiamo i sintomi, le cause e come affrontare il disturbo
Come riconoscere l’anoressia nervosa? ti spieghiamo i sintomi, le cause e come affrontare il disturbo
Giuseppina Rapisarda
Miriam Bitetti
L’ anoressia nervosa e’ una patologia complessa. E’ un disturbo della nutrizione per lo più caratterizzato da restrizione alimentare.
La restrizione alimentare, rappresenta un mezzo attraverso il quale la persona affetta manifesta la sua più profonda sofferenza. Viene represso il piacere sia legato al cibo che alla vita stessa. Tutto ruota intorno alla paura di ingrassare, basata su una percezione alterata della propria forma corporea.
L’anoressia nervosa è associata alla compresenza di problematiche legate alla sfera psicologica e psichiatrica come l’ansia, la depressione, disturbi ossessivo-compulsivi e iperattività. All’ anoressia nervosa sono anche correlate diverse complicanze fisiche e organiche correlate alla malnutrizione tra cui bradicardia, ipokaliemia, ipotensione, anemia, squilibrio ormonale e osteoporosi.
Tutte queste complicazioni psichiatriche e somatiche compromettono enormemente le capacità funzionali e la qualità della vita di chi soffre di questo disturbo dell’alimentazione. Il tasso di prevalenza di anoressia nervosa è in costante aumento, ad oggi si ammalano di anoressia nervosa circa il 2-3% degli adolescenti e giovani adulti. Questo dato è in continuo aumento per cui è bene sapere cosa è l’anoressia nervosa e come riconoscerla, in questo articolo ti spieghiamo come fare.
L’anoressia nervosa è una patologia che è stata descritta per la prima volta nel 1689 dal medico Richard Morton.
E’ un disturbo dove si riscontrano delle alterazioni nel rapporto con il corpo e con il cibo.
L’anoressia nervosa è uno di quelle patologie psichiatriche con un maggiore tasso di mortalità, soprattutto tra gli adolescenti.
Il disturbo colpisce l’1-2% il sesso femminile e lo 0,2-0,4% il sesso maschile.
Uno dei principali sintomi che si può riscontrare sin dall’esordio della patologia è una notevole perdita di peso. La patologia può essere preceduta da una dieta ed agli iniziali successi della stessa possono subentrare dei meccanismi disfunzionali patologici.Il peso raggiunto è sempre valutato elevato e il paziente incomincia a mettere in atto varie strategie per calare ulteriormente. Ad esempio la persona può saltare i pasti, togliere dalla propria alimentazione cibi considerati fobici, in genere i carboidrati.
Durante il primo periodo di restrizione del cibo, il corpo subisce modificazioni a carico del sistema nervoso centrale. Tra le più importanti modificazioni vi è una produzione elevata di endorfine generanti benessere ed eccitazione come nell’uso di cocaina.
Più passa il tempo più i sintomi del disturbo alimentare abbracciano tutte le sfere di vita della persona. Viene compromesso non solo l’aspetto psicologico personale, ma anche quello socio relazionale e comportamentale.
I sintomi dell’anoressia nervosa possono essere divisi in sintomi psicologici e sintomi fisici.
Tra i vari sintomi fisici collegati a un’estrema malnutrizione oltre alla presenza di amenorrea si può riscontrare:
Per quanto riguarda i sintomi psicologici si può riscontrare:
Per ciò che riguarda i criteri diagnostici dell’anoressia nervosa, se ne possono individuare tre principalmente:
E’ possibile individuare due tipologie di anoressia nervosa:
Riconoscere un disturbo del comportamento alimentare non è così facile come ci verrebbe da pensare. I disturbi alimentari sono patologie complesse che coinvolgono contemporaneamente diversi aspetti della persona. Di fatti per riconoscere un disturbo alimentare è necessario attenzionare diversi comportamenti riguardanti l’ambito psicologico, biologico e sociale di una persona. Per questo motivo possono essere tanti e diversi i campanelli di allarme in grado di aiutarci nel riconoscere l’instaurarsi si di un disturbo del comportamento alimentare come l’anoressia nervosa.
I criteri diagnostici per l’identificazione dell’ anoressia nervosa sono strettamente legati a sintomi e comportamenti particolari come:
Questi sono solo alcuni dei sintomi e comportamenti che possono aiutarci a riconoscere l’anoressia nervosa però è bene precisare che la presenza di uno o più sintomi patologici non è sufficiente per una diagnosi completa, è quindi sempre necessario seguire un iter diagnostico specializzato.
Identificare le cause dell’anoressia nervosa non è facile, generalmente è la concretizzazione di uno o più fattori di rischio che determina l’insorgenza della patologia. Come ogni disturbo della nutrizione umana, infatti, coinvolge contemporaneamente diversi aspetti della persona per cui le cause possono essere tante e molto diverse tra loro.
Negli ultimi anni gli studi scientifici hanno portato molti progressi nella comprensione delle cause dell’anoressia nervosa, soprattutto riguardo alla psicobiologia che contribuisce all’insorgenza e al mantenimento di questo disturbo della nutrizione.
Tra i fattori di rischio nell’insorgenza dell’ anoressia nervosa bisogna considerare:
Fattori legati al peculiare temperamento di una persona.
Ad esempio le persone che sviluppano disturbi d’ansia o hanno tratti ossessivi mostrano un più alto rischio di sviluppare anoressia nervosa;
Fattori ambientali.
Sembra esserci un’associazione tra anoressia nervosa e culture in cui essere magri è sinonimo di bellezzao sono esaltati modelli fisici irraggiungibili. Rientrano tyra i fattori ambientali anche gli stress emotivi o l’essere vittima di violenze sia fisiche che psicologiche. In generale sono moltissimi e diversi i fattori ambientali che possono contribuire all’instaurarsi dell’anoressia nervosa.
Fattori genetici.
E’ presente un maggior rischio di anoressia nervosa tra parenti biologici di primo grado di persone con il disturbo.
I fattori psicosociali e interpersonali possono innescare l’insorgenza e i cambiamenti nelle reti neurali possono sostenere la malattia.
L’anoressia nervosa è un disturbo dell’alimentazione relativamente comune, specialmente nelle donne adolescenti e giovani adulte (la prevalenza nelle donne varia dall’1,2 al 2,2%, negli uomini è 10 volte inferiore).
L’esordio del disturbo durante il periodo dell’ adolescenza è associato a una migliore risoluzione del problema. Infatti diversi studi hanno mostrato che circa 70 – 80% dei pazienti adolescenti seguito da un team specializzato raggiunge la remissione da questo disturbo dell’alimentazione.
Studi recenti indicano un miglioramento sia dei percorsi di cura che per i minori tassi di mortalità rispetto a quelli precedentemente riportati; questo miglioramento generale degli esiti della malattia è stato reso possibile da un perfezionamento del riconoscimento e nel trattamento dell’anoressia nervosa da parte del team multidisciplinare per la cura.
Tuttavia, il decorso dell’anoressia nervosa non è semplice e spesso il recupero può richiedere diversi anni. I particolarmodo diversi studi hanno messo in evidenza come l’anoressia nervosa possa essere un disturbo potenzialmente cronico sia per le persone sotto cura che per la popolazione generale. Questo vuol dire che il decorso dell’anoressia nervosa più essere caratterizzato sia da miglioramenti che da successive ricadute. Infatti, anche se nel lungo periodo (più di 5 anni) più della metà dei pazienti può essere considerata guarita, può comunque rimanere un certo livello di sofferenza psichica, preoccupazioni o comportamenti disturbati nei confronti del cibo e del proprio corpo.
Può capitare inoltre che lungo il decorso dell’anoressia nervosa, questo disturbo dell’alimentazione possa evolvere dalla forma restrittiva a quella con crisi bulimiche o comportamenti di eliminazione e compensazione. Gli studi indicano che i sintomi bulimici si verificano spesso nel corso dell’anoressia nervosa (specialmente entro 2-3 anni dall’esordio dell’ anoressia nervosa). Proprio a causa della complessità di questo disturbo dell’alimentazione è difficile identificare un decorso che possa essere considerato uguale per tutti o soggetti che ne soffrono.
L’anoressia nervosa è un disturbo della nutrizione che può portare a conseguenze organiche. La malnutrizione prolungata può avere conseguenze sui vari organi con il conseguente sviluppo di varie patologie. La maggior parte delle patologie mediche associate all’anoressia nervosa sono a carico di vari apparati tra cui principalmente:
Apparato cardiovascolare
Circa l’80% di chi soffre di anoressia nervosa è affetto da ipotensione e bradicardia. Si potrebbe sviluppare aritmia e riduzione delle dimensioni del cuore.
Sistema endocrino
Si possono riscontrare bassi livelli di estrogeni e testosterone ecc…
Apparato gastrointestinale
Varie possono essere le conseguenze del disturbo a carico dell’apparato gastrointestinale. Si può riscontrare svuotamento gastrico rallentato, stitichezza, gastriti, esofagiti ecc…
Sistema ginecologico
E’ possibile riscontrare amenorrea, infertilità, complicanze durante gravidanza e parto.
Sistema nervoso
A carico del sistema nervoso possono svilupparsi deficit cognitivi, crisi epilettiche, atrofia cerebrale ecc…
Per ciò che riguarda le patologie psichiatriche associate all’anoressia nervosa si puo’ citare i disturbi depressivi, bipolari e ansia. In alcuni soggetti che soffrono di anoressia nervosa può essere presente un disturbo ossessivo compulsivo, soprattutto in quelli con restrizione.
Anche i disturbi da uso di alcol e sostanze possono essere presenti tra gli individui con abbuffate/condotte di eliminazione.
Esiste anche una relazione tra anoressia nervosa e disturbi di personalità. In particolare è presente una comorbilità con il disturbo evitante e dipendente.
A differenza della bulimia nervosa dove vi è una comorbiltà con disturbo borderline e istrionico.
I danni nutrizionali riscontrabili nei disturbi alimentari, in particolar modo dell’anoressia nervosa, sono strettamente correlati all’entità, alla modalità e alla durata della restrizione alimentare.
La presenza o meno di atteggiamenti di tipo purgativo o eliminatorio possono a loro volta determinare una diversa presenza di alterazioni dello stato nutrizionale.
Nei pazienti con anoressia nervosa l’assunzione di molti micronutrienti è ridotta. Il deficit di selenio è tra quelli più frequente osservati.
Il selenio svolge un ruolo importante come cofattore dei sistemi antiossidanti ed è anche coinvolto nella protezione contro le infezioni, la regolazione della funzione miocardica, dell’ansia e dell’umore.
Il selenio agisce in sinergia con altri micronutrienti antiossidanti come vitamina C, E e carotenoidi. Oltre all’esaurimento del selenio, è presente un deficit delle concentrazioni vitamina E potrebbe contribuire al danno stress ossidativo.
L’aumento dello stress ossidativo nel sistema nervoso centrale è stato implicato nella costituzione e nella perpetuazione di ansia e depressione, che sono frequentemente presenti nelle persone che soffrono di anoressia nervosa.
Ad ogni modo il quadro nutrizionale dei pazienti affetti da disturbi alimentari è estremamente eterogeneo e i danni biologici dell’anoressia nervosa possono investire, in misura diversa, tutti gli organi ed apparati; si stabiliscono in genere gradualmente e con maggiore rischio quanto più rapida è la perdita di peso o l’intensità delle pratiche eliminazione.
La presenza di una condizione di malnutrizione proteico-energetica nei disturbi del comportamento alimentare è variabile ma generalmente meglio conosciuta e più evidente nell’ anoressia nervosa.
La malnutrizione proteico-energetica (MPE) che si rileva nei pazienti anoressici, è caratterizzata da:
La caratteristica più evidente nella maggior parte delle persone affette da anoressia nervosa è riduzione del peso corporeo al di sotto della norma. A questa riduzione del peso corporeo si associa spesso la comparsa di alterazioni nelle diverse funzioni dell’organismo. Si ritiene generalmente che la malnutrizione cronica e progressiva durante anoressia nervosa sia associata a una riduzione adattativa della disgregazione delle proteine del corpo intero. Generalmente, la maggior parte dei sintomi tipici della malattia sono l’espressione di meccanismi adattativi al digiuno cronico e non richiedono, in genere, alcun trattamento farmacologico specifico ma una corretta e graduale rialimentazione in quanto la maggior parte delle complicanze è reversibile con il miglioramento dello stato nutrizionale e/o la remissione dei comportamenti di eliminazione.
Gli orientamenti nazionali e internazionali degli esperti dei disturbi alimentari sostengono l’importanza di un approccio interdisciplinare. Esso si è dimostrato più efficace degli interventi di singoli professionisti sia nella cura che nella riabilitazione dell’anoressia nervosa. Fondamentale quindi è un lavoro di equipe multidisciplinare che lavora su aspetti diversi .
A tal proposito, sono importanti varie figure, in quanto il paziente ha bisogno di essere aiutato su livelli diversi.
Una buona equipe multidisciplinare dovrebbe essere composta da:
Nella fase iniziale del percorso diagnostico-terapeutico è consigliabile effettuare:
Il trattamento ambulatoriale rimane il trattamento di elezione e deve includere sempre trattamenti psicologici raccomandati dalle linee guida internazionali.
Per quanto riguarda le varie terapie psicologiche nella cura dell’anoressia nervosa, studi clinici hanno evidenziato che:
Negli ultimi anni anche la terapia breve strategica si è rivelata efficace nella cura dell’anoressia nervosa. In questo approccio si utilizzano tecniche suggestivo-persuasive in grado di modificare le percezioni e emozioni verso il cibo/corpo. Modificando le percezioni e reazioni disfunzionali si giunge ad un cambiamento del comportamento alimentare.
Importante è comunque coinvolgere sempre la famiglia nella terapia, sia che si tratti di pazienti adolescenti o adulti.
Negli ultimi anni si è soliti affiancare agli interventi psicoterapeutici specifici per l’anoressia nervosa strategie di psicoeducazione. Questo tipo di intervento è rivolto sia per i pazienti che per le loro famiglie. Lo scopo della psicoeducazione è promuovere una maggiore conoscenza del disturbo e dei trattamenti, incrementare le abilità di coping.
Oltre al trattamento ambulatoriale esiste quello semiresidenziale e residenziale. La scelta del livello di cura deve tenere conto delle condizioni psicologiche e fisiche del paziente.
Il livello semiresidenziale e residenziale deve garantire una riabilitazione svolta in ambiente ”protetto”, senza gli effetti negativi del ricovero ospedaliero. La durata di permanenza è in media 3/4 mesi.
Il ricovero ospedaliero(salvavita) in genere viene preso in considerazione nella fase acuta, con l’obbiettivo di ripristinare condizioni medico/psichiatriche accettabili.
Per quanto riguarda i trattamenti farmacologici nell’ anoressia nervosa non esistono evidenze che dimostrino l’efficacia della farmacologia sull’incremento di peso.
I trattamenti farmacologici sono utilizzati per trattare i sintomi psichiatrici associati.
Psicologa. Laurea in psicologia dello sviluppo e dell’educazione (scuola specializzazione breve strategica, master disturbi del comportamento alimentare)
Dott.ssa in Scienze dell'Alimentazione. Si occupa di: Educazione alimentare, riconoscimento della fame nervosa e distinzione dalla fame biologia, acquisti consapevoli al supermercato.