I danni nutrizionali riscontrabili nei disturbi alimentari, in particolar modo dell’anoressia nervosa, sono strettamente correlati all’entità, alla modalità e alla durata della restrizione alimentare.
La presenza o meno di atteggiamenti di tipo purgativo o eliminatorio possono a loro volta determinare una diversa presenza di alterazioni dello stato nutrizionale.
Nei pazienti con anoressia nervosa l’assunzione di molti micronutrienti è ridotta. Il deficit di selenio è tra quelli più frequente osservati.
Il selenio svolge un ruolo importante come cofattore dei sistemi antiossidanti ed è anche coinvolto nella protezione contro le infezioni, la regolazione della funzione miocardica, dell’ansia e dell’umore.
Il selenio agisce in sinergia con altri micronutrienti antiossidanti come vitamina C, E e carotenoidi. Oltre all’esaurimento del selenio, è presente un deficit delle concentrazioni vitamina E potrebbe contribuire al danno stress ossidativo.
L’aumento dello stress ossidativo nel sistema nervoso centrale è stato implicato nella costituzione e nella perpetuazione di ansia e depressione, che sono frequentemente presenti nelle persone che soffrono di anoressia nervosa.
Ad ogni modo il quadro nutrizionale dei pazienti affetti da disturbi alimentari è estremamente eterogeneo e i danni biologici dell’anoressia nervosa possono investire, in misura diversa, tutti gli organi ed apparati; si stabiliscono in genere gradualmente e con maggiore rischio quanto più rapida è la perdita di peso o l’intensità delle pratiche eliminazione.
La presenza di una condizione di malnutrizione proteico-energetica nei disturbi del comportamento alimentare è variabile ma generalmente meglio conosciuta e più evidente nell’ anoressia nervosa.
La malnutrizione proteico-energetica (MPE) che si rileva nei pazienti anoressici, è caratterizzata da:
- Un decremento relativamente lento del peso corporeo;
- Una riduzione progressiva delle risorse adipose;
- L’utilizzo delle riserve proteiche come substrato per ottenere l’energia necessaria per svolgere le attività vitali (le attività primarie necessarie alla vita come la funzione cardiaca, respiratoria, ecc) e giornaliere (camminare, correre ecc..);
- La messa in atto di meccanismi biologico-adattativi.