Esame Di Stato Psicologia Genova
INFORMAZIONI E INDICAZIONI GENERALI AI CANDIDATI ALL’ESAME DI STATO PER LA PROFESSIONE DI PSICOLOGO
PREPARATI ALL’ESAME DI STATO CON NOI
Come è noto, l’esame di stato per la sezione A dell’albo comprende 4 prove, di cui 3 scritte e 1 orale.
Ogni prova viene valutata dalla commissione con un voto in cinquantesimi e chi ottiene almeno 30/50 in una prova è ammesso alla prova seguente. Chi infine ottiene almeno 30/50 anche nella prova orale è abilitato a iscriversi all’albo professionale.
Lo scopo dell’esame di stato è verificare che il candidato abbia acquisito le competenze teoriche e pratiche necessarie all’esercizio della professione.
Ha quindi una funzione diversa sia dagli esami dei singoli corsi universitari (che in genere richiedono una conoscenza teorica e in qualche caso anche cognizioni pratiche di una specifica disciplina) sia dall’esame di laurea (che si basa sulla tesi scritta dal laureando su un argomento estremamente specifico).
La prima prova scritta ha carattere teorico. Per la sezione A dell’albo, lo scopo della prova è verificare che il candidato abbia acquisito una sufficiente padronanza di teorie e concetti fondamentali della scienza psicologica, che sappia almeno a grandi linee valutare criticamente se una teoria è aggiornata o superata, se si basa su evidenze solide o è ancora essenzialmente una congettura, e quali siano i suoi ambiti di applicazione pratica. Non si tratta di un esame nozionistico che richieda la conoscenza di un particolare manuale (anche se rivedere i testi dei corsi seguiti, o altri manuali più recenti, non fa mai male) e non è una “replica” di qualche esame teorico dei primi anni di corso. Si vuole verificare che il candidato, dopo un percorso di circa sei anni di corsi, tesi e tirocini, abbia fatto proprio un patrimonio teorico pertinente alla psicologia e sappia discutere con consapevolezza critica l’argomento proposto dalla commissione.
Le regole prevedono che la commissione formuli tre temi, diversi tra loro, e che al momento della prova ne venga estratto a sorte uno.
La seconda prova scritta (dalla quale sono esentati i laureati del vecchio ordinamento quinquennale) per la sezione A dell’albo riguarda la progettazione di interventi di valutazione, prevenzione, promozione, sostegno, riabilitazione, ecc. La commissione propone un unico compito (non vi è estrazione fra prove diverse). Di solito il compito viene formulato dalla commissione in modo da consentire al candidato una scelta fra alcune diverse possibilità. In questa prova è opportuno formulare un progetto semplice, che individui un problema chiaro e ben definito, una utenza, una metodologia di intervento basata su pochi strumenti appropriati è valutato in modo adeguato.
È importante che il candidato presenti chiaramente il metodo del suo progetto di intervento. Non è consigliabile invece la proposta di interventi di una vastità e complessità tali da renderli, di fatto, irrealizzabili.
La terza prova scritta, di carattere pratico, per la sezione A riguarda la discussione di uno specifico caso individuale, di gruppo, o di intervento in struttura complessa. Così come per la seconda prova scritta, anche in questo caso la commissione propone un unico compito (non vi è estrazione fra più buste) e di solito il compito viene formulato in modo da consentire al candidato una scelta fra alcune possibilità diverse. È importante che il candidato dimostri una buona padronanza critica dei metodi appropriati per la valutazione del caso proposto e per l’eventuale intervento.
La prova orale comprende la discussione delle prove scritte, la discussione del percorso formativo con particolare riguardo alle esperienze di tirocinio, e argomenti di deontologia professionale.
Alcune tracce precedenti
Le tracce specifiche non sono disponibili. tra gli argomenti richiesti:
Novembre 2014
due teorie a confronto su un costrutto a scelta.
Non estratte: autismo e sviluppo neonatale.
Giugno 2014
il candidato esponga un modello teorico o un approccio che possa essere uno strumento interpretativo dei fenomeni psicologici che si osservano nella vita quotidiana.
Novembre 2013
estratta:
il ciclo di vita, scegliere una specifica fase e analizzare i modelli di studio e intervento considerando il bilanciamento tra fattori protettivi e di rischio
non estratta:
immaginazione
Giugno 2013
un contesto o un fenomeno in cui è rilevante la dimensione del gruppo; principali teorie, ambiti applicativi,aspetti etici e valutazione dell’efficacia
Novembre 2012
TEMA ESTRATTO
la costruzione dell’identità specificando i nodi e i punti problematici, come e quando l’intervento psicologico aiuta l’individuo a superarli. appoggiarsi a un modello teorico che sia esaustivo e valorizzi il costrutto.le tracce non estratte:
il colloquio clinico, pro e contro, punti di di forza e limiti
gruppi e interazioni tra i gruppi
Giugno 2011
Esporre una teoria a scelta su un processo cognitivo a scelta
Novembre 2010
ESAMI DI STATO DI ABILITAZIONE ALL’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI PSICOLOGO
II SESSIONE 2010
SEZIONE A e Vecchio Ordinamento
TRACCE PRIMA PROVA SCRITTA
Busta 1
Il candidato/la candidata confronti criticamente due teorie psicologiche che si propongono di spiegare lo stesso ambito di fenomeni.Illustri inoltre brevemente le differenti implicazioni in ambito applicativo delle due teorie considerate.
Busta 2
Il candidato/la candidata discuta il costrutto teorico di personalitàalla luce di più differenti approcci (quali ad esempio gli approcci psicometrico, psicodinamico, cognitivo, evolutivo, psicosociale).
Busta 3
Il candidato/la candidata illustri e discuta criticamente i fondamenti teorici degli strumenti psicologici di valutazione o di intervento di cui ha fatto esperienza anche in riferimento alla propria attività di tirocinante psicologo.
ESAMI DI STATO DI ABILITAZIONE ALL’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI PSICOLOGO
II SESSIONE 2010
SEZIONE A
TRACCIA SECONDA PROVA SCRITTA
Il candidato / la candidata elabori un progetto di valutazione e intervento in uno a scelta degli ambiti sotto elencati, focalizzandosi su:
- definizione e delimitazione del problema
- possibili committenti
- popolazione studiata e/o potenziale bacino di utenza
- breve indicazione del quadro teorico-concettuale di riferimento
- strumenti e metodi di indagine/rilevazione
- eventuali modalità di intervento successive alla fase di indagine o valutazione
- tempi di attuazione e risorse professionali necessarie.
Elenco degli ambiti entro cui scegliere:
1) screening di possibili disturbi dell’attenzione in un contesto scolastico.
2)promozione in un servizio consultoriale della soddisfazione di coppia e del benessere della persona quali fattori di protezione rispetto ai fattori di rischio psicosociale
3)valutazione e prima presa in carico della depressione post-partum in un reparto di ostetricia
4)ricerca applicativa sulla comprensione, fruibilità e gradimento delle audioguide in un determinato museo
5)prevenzione dello stress correlato al lavoro in un’azienda di medie o grandi dimensioni
6)facilitazione dell’inserimento di studenti stranieri da proporre a una o più scuole di qualsiasi ordine e grado.
ESAMI DI STATO DI ABILITAZIONE ALL’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI PSICOLOGO
II SESSIONE 2010
Terza prova scritta
Il candidato scelga uno dei cinque casi sotto presentati e risponda ai quesiti relativi al caso prescelto.
Caso 1
Un paziente di 53 anni, a seguito dell’asportazione di un tumore di notevoli dimensioni al lobo temporale sinistro con estensioni posteriori al lobo parietale sinistro, soffre di disturbi fisici e del linguaggio, in particolare nel ricordare i nomi.
Una settimana dopo l’operazione, gli esami psicologici di routine forniscono un punteggio nella norma alle Matrici di Raven (Advanced Progressive Matrices) e in vari test di abilità spaziali e percettive. La sua prestazione è invece molto scadente in vari test che riguardano abilità verbali: 0 risposte corrette su 15 nel Token Test di comprensione di frasi, 1 su 36 nell’Oldfield Picture Naming Test, e nelle prove di fluidità verbale 1 sola parola con iniziale “S” in 2 minuti, e nessun nome di animale. Durante le prove è stato però osservato che il paziente era spesso in grado di nominare nazioni; ad es., alla richiesta di chi fosse il personaggio famoso rappresentato in una foto, anziché rispondere col nome della persona (Gandhi), ha risposto ‘India’.
Dopo 4 settimane il paziente si ricovera in un reparto di neurologia, lamentando una debolezza generale alla parte destra del corpo e difficoltà di linguaggio.
In questo contesto, il paziente è stato sottoposto a un esperimento con disegno a caso singolo, comprendente 3 compiti:
- a) denominazione di disegni presentati visivamente
- b) comprensione di nomi
- c) denominazione di descrizioni verbali presentate uditivamente.
Il materiale riguardava 5 categorie semantiche (colori, animali, oggetti, nazioni, parti del corpo): per ciascuna si sono utilizzati 10 nomi, nonché i disegni e le descrizioni verbali corrispondenti a tali nomi. Nel primo compito veniva presentato ciascuno dei 50 disegni e il paziente doveva denominarlo. Nel secondo compito venivano presentati tutti i 10 disegni di una categoria, lo sperimentatore diceva un nome alla volta e il paziente doveva identificare il disegno corrispondente. Nel terzo compito il paziente doveva rispondere a domande quali ad es. “Come si chiama l’animale che abbaia? Quale oggetto serve per scrivere con l’inchiostro?”. Tutta la procedura è stata interamente ripetuta per due volte in giorni consecutivi. La tabella indica il numero di risposte corrette (su 20) per ogni categoria semantica in ogni compito.
Colori | Oggetti | Nazioni | Parti corpo | Animali | media | |
Denominaz. disegni | 0 | 2 | 13 | 10 | 1 | 5 |
Comprensione nomi | 17 | 19 | 20 | 7 | 19 | 16 |
Denomin. descrizioni | 0 | 2 | 15 | 0 | 1 | 4 |
media | 6 | 8 | 16 | 6 | 7 | 8 |
A un’analisi della varianza risulta: F2;270= 126.28, p<.001 per il compito, F4;270= 29.28, p<.001 per la categoria, F8;270= 12.57, p<.001 per l’interazione compito x categoria.
Il candidato / la candidata formuli anzitutto una breve indicazione diagnostica sul paziente descritto, quindi consideri l’esperimento e indichi (a) quali sono le variabili indipendenti e la variabile dipendente, (b) in che cosa consistono le analisi statistiche eseguite, (c) quali risultati sono statisticamente significativi, (d) che cosa si può concludere dall’esperimento descritto riguardo il paziente in questione (ed eventualmente anche riguardo, in generale, questa tipologia di pazienti). Il candidato / la candidata infine accenni brevemente alle possibili modalità di intervento riabilitativo sul paziente descritto.
Caso 2
Federico è un bambino di 8 anni, frequenta il III anno della scuola primaria ed è stato segnalato dalle insegnanti per difficoltà di apprendimento in particolare in lettura e scrittura. I genitori del bambino, in seguito alla segnalazione, hanno deciso di intraprendere un percorso di valutazione e si sono dimostrati collaborativi.
Federico è un bambino timido; tuttavia non ha mai avuto difficoltà di inserimento scolastico e i genitori riferiscono che ha sempre frequentato volentieri la scuola, a partire dal nido. Tuttora va a scuola volentieri, anche se comincia ad essere consapevole delle proprie difficoltà, si rifiuta di leggere a voce alta e spesso rimane indietro nelle attività svolte in classe.
Le insegnanti si sono sempre dimostrate disponibili ad aiutare il bambino, proponendo anche attività di recupero in piccolo gruppo e cercando di non sottolineare le sue difficoltà in classe. Le insegnanti hanno segnalato in particolare una estrema lentezza nella lettura, una difficoltà di automatizzazione dei processi di fusione dei fonemi, la presenza di diversi errori. Anche la scrittura appare lenta e scorretta. In matematica le difficoltà sembrano più lievi anche se Federico non riesce a memorizzare le tabelline e a svolgere i problemi in autonomia. Talvolta il bambino appare distratto e si stanca rapidamente, ma anche in queste occasioni rimane tranquillo e non disturba i compagni.
Sebbene lo sviluppo del bambino sia stato nella norma, i genitori riferiscono che Federico ha iniziato a parlare tardi, intorno ai due anni e a tre anni aveva ancora un linguaggio scorretto e spesso poco comprensibile agli estranei. Tuttavia, dopo un breve ciclo di logopedia (di circa otto mesi) c’era stato un miglioramento significativo e dai quattro anni le competenze linguistiche del bambino erano progressivamente migliorate fino a raggiungere quella dei coetanei. La stessa logopedista nella visita di controllo a 5 anni non aveva riscontrato nessuna difficoltà.
Di seguito sono riportati i risultati relativi alle prime valutazioni:
Test di livello cognitivo:
Matrici Progressive di Raven PM 47: punteggio 90° centile.
WISC-R: Punteggio Verbale QI 95, Punteggio di performance QI 120
Lettura di brano:
Prove MT di Cornoldi e coll.
Correttezza: numero di errori: 18 (corrispondente alla valutazione “richiesta di intervento immediato”).
Rapidità: punteggio di rapidità: 180” (corrispondente a “richiesta di intervento immediato”).
Lettura di parole:
Batteria di Sartori, Job, Tressoldi
Correttezza: numero di errori: 15 (inferiore al 5° percentile).
Rapidità: punteggio di rapidità: 250” (campione normativo: media=145; d.s=40).
Lettura di non-parole:
Batteria di Sartori, Job, Tressoldi
Correttezza: numero di errori: 18 (inferiore al 5° percentile).
Rapidità: punteggio di rapidità: 180” (campione normativo: media=100; d.s=30).
Comprensione di brano:
Prove MT di Cornoldi e coll.
Correttezza: risposte corrette: 5 (corrispondente alla valutazione “richiesta di attenzione”).
Scrittura:
Prove MT di Cornoldi e coll.
Dettato di brano: numero di errori: 15 (campione normativo: media=4; d.s=4).
Dettato di frasi: numero di errori: 34 (campione normativo: media=12; d.s=10).
Stile attributivo:
Questionario di attribuzione di De Beni e Moè
Nelle situazioni di successo attribuzione all’abilità; nelle situazioni di insuccesso attribuzione alla sfortuna e alla difficoltà dei compiti
La madre di Federico ha 32 anni, è impiegata in un ente pubblico; il padre ha 35 anni è commercialista in uno studio associato. Entrambi i genitori sono laureati. Federico è primogenito e ha un fratello di 3 anni. Dall’anamnesi non risultano elementi da segnalare: gravidanza fisiologica; parto eutocico; peso alla nascita: kg 3,6. Sviluppo psicomotorio nella norma: primi passi a 12 mesi. Anamnesi negativa per incidenti, malattie gravi e ricoveri in ospedale.
Il candidato/la candidata presenti un’ipotesi di diagnosi psicologica, motivandola dettagliatamente in relazione ai risultati delle prove, agli elementi riportati nel colloquio e alle notizie anamnestiche. Illustri inoltre eventuali approfondimenti diagnostici e formuli una prima ipotesi di intervento.
Caso 3
Nell’ambito di una fusione tra due Aziende Municipalizzate che si occupano rispettivamente di forniture di acqua e di gas, viene richiesto un intervento di “Bilancio di Competenze” per gli addetti di primo livello di entrambe le società, per ridefinire i loro ambiti operativi e l’eventuale ricollocazione, anche valutando possibili spostamenti nei due campi di intervento.
Gli addetti di primo livello delle due aziende sono complessivamente circa duecento, operano solitamente in squadre di due – tre persone e si dedicano agli interventi sul territorio che non richiedono specializzazione o eccessiva complessità. Sono di età compresa tra i 20 e i 45 anni, con diversi livelli di scolarizzazione (licenza media inferiore, licenza di scuola superiore, esperienze di apprendistato) ma in entrambe le società si dedicano a lavori di primo intervento sul territorio.
Il nuovo management nato dalla fusione tra le due realtà aziendali richiede una valutazione di competenze che aiuti ad identificare gli addetti più flessibili e disponibili sia a spostamenti che a ruoli diversi. La dirigenza in particolare vuole destinare gli addetti che risulteranno dal bilancio più adeguati per competenze e abilità a una nuova formazione più specifica in relazione al nuovo ruolo da ricoprire con possibilità di crescita professionale, distinguendo invece chi può essere impiegato indifferentemente in attività di primo intervento nei due ambiti operativi.
Il candidato/la candidata indichi gli strumenti, le tecniche o i metodi di analisi utilizzabili per rispondere alle richieste. Formuli poi l’ipotesi di intervento, facendo riferimento a teorie appropriate e agli approcci e dispositivi adottabili, definendo le principali fasi del processo.
Caso 4
- è una ragazza di 29 anni ricoverata per la prima volta con diagnosi di accettazione di “Agitazione psicomotoria”. La grave crisi si instaura e risolve in maniera repentina. La madre ha 47 anni e lavora come assistente domiciliare alle persone anziane. Curata nell’aspetto, appare molto preoccupata per la salute della figlia, si dichiara tendenzialmente molto ansiosa, per cui assume benzodiazepine. Il padre ha 52 anni ed è affetto da ipertrigliceridemia ed ipertensione arteriosa. Non patologie di interesse psichiatrico. Descritto come molto riservato, schivo dedito al lavoro. N. ha un fratello maggiore a cui è molto legata anche se non si vedono spesso. Nata a termine da parto eutocico, dopo gravidanza fisiologica, è allattata al seno dalla madre per i primi mesi. Primi atti motori, sviluppo del linguaggio, menarca nella norma. Durante le superiori lega bene con i compagni, ha molte amiche ed inizia ad uscire con loro per divertirsi, interessandosi ai ragazzi. N. si descrive, come una ragazza di bell’aspetto, esuberante, estroversa, simpatica, trascinatrice, a volte un po’ impulsiva, con la tendenza ad emergere dal gruppo. Ha alcune brevi relazioni. A venti anni primo rapporto affettivo importante con un coetaneo della sua compagnia. Dopo 3 anni vi pone fine: “Volevo qualcosa di più, mi sembrava che non avessimo più niente da dirci” . Si diploma e si iscrive a Economia e Commercio, ma si rende conto che non è la strada giusta. Si iscrive alla Scuola per Estetiste. Si concentra sulla sua formazione professionale, esce poco, tralascia alcune delle vecchie amicizie. N. ha 24 anni e vive ancora con i suoi genitori. Il fratello è sempre lontano per il lavoro, ma i contatti con lui sono frequenti. Col supporto economico della famiglia apre un piccolo centro estetico: il lavoro va a gonfie vele e restituisce ai genitori il denaro. Il lavoro autonomo è per lei troppo impegnativo soprattutto per le molte responsabilità di cui farsi carico e per l’impossibilità di avere tempo libero.
Si trasferirsce a M. per un impiego presso un famoso Centro Estetico. Alloggia con giovani studenti, si crea nuovi contatti, conduce una vita molto ricca di stimoli. Durante alcune serate “speciali” in discoteca fa uso di alcolici e cannabis. Ha una relazione molto intensa con un ragazzo, di 10 anni più grande impiegato a M. Sente di aver trovato la persona giusta con cui riesce ad avere un’intesa perfetta. Due mesi prima del ricovero inizia a convivere. Le relazioni con la sua famiglia sono sempre più scarse, telefoniche; il fratello è in Sardegna per lavoro. Durante una telefonata, le confida di essere omosessuale, ma le chiede di non dire nulla ai loro genitori. N. è felice per lui, dice di averlo sempre saputo e pensa che potrà essere sereno, ma che ai suoi genitori non andrà bene. Si sente gravata di un peso difficile da sostenere; è preoccupata per i suoi genitori, teme ne soffriranno. Sul lavoro aumentano le responsabilità, i ritmi diventano incalzanti. N. è costretta ad assumersi responsabilità che non le competono, maneggia gli incassi e teme di commettere errori. Comincia a sentirsi molto ansiosa, irrequieta, è estremamente preoccupata che il fidanzato la voglia lasciare, lo chiama diverse volte al giorno. Nei giorni precedenti il ricovero N. comincia pensare di avere delle capacità soprannaturali, taumaturgiche, si convince di riuscire a curare le persone con le proprie mani. Durante il week-end non riesce a riposare bene, racconta al compagno di sentire talvolta una voce maschile che le ordina di usare i suoi poteri per curare le persone. Si dimostra angosciata, tormentata, dice cose non sempre comprensibili e continua a chiedere conferme.
Il lunedì mattina, suo giorno di riposo, il compagno esce presto per recarsi in ufficio. Poco dopo N. lo chiama al telefono dicendo di voler pranzare insieme, ma è strana, agitata, quasi spaventata. Ignora il consiglio di rimanere a riposare, si precipita sul posto di lavoro del compagno, si spoglia nel corridoio ed urina davanti a tutti. Per tali motivi viene ricoverata presso l’S.P.D.C. dell’Ospedale N. di M. e poi accompagnata dai genitori nel nostro reparto per le cure e gli accertamenti del caso.
Descriva il candidato, sulla base della sintetica descrizione, il possibile percorso diagnostico e terapeutico formulando le diverse ipotesi che possono essere avanzate.
Caso 5
All’interno di un contesto pubblico di consulenza giunge segnalazione dalle scuole primarie di un bimbo che frequenta la quarta classe.
La sommaria descrizione raccolta dall’assistente sociale dopo una telefonata con una insegnante si riferisce ad un quadro clinico di ritiro sociale ed affettivo. Giovanni di anni 9, figlio unico, rendimento scolastico buono, da qualche tempo sembra assente, non parla e non gioca con i compagni, i genitori appaiono rigidi ma sono sempre stati presenti agli incontri con gli insegnanti.
Nel frattempo una zia del minore, che abita nell’appartamento sopra al nucleo familiare e che chiede l’anonimato rispetto alla segnalazione in quanto teme ritorsioni dal fratello, padre del bimbo, segnala allo stesso servizio la inadeguatezza dei genitori. Afferma che la madre avrebbe subito diversi TSO per psicosi depressiva e il fratello sembrerebbe non comprendere lo stato di esposizione di Giovanni. Spesso Giovanni si sarebbe rifugiato spaventato a casa sua durante i momenti di sconforto della madre o durante le accese discussioni che avvengono tra i genitori, e in uno di questi, avendo lei notato profondi segni sul collo del bambino, le ha riferito di un verosimile tentativo di strangolamento che la madre avrebbe messo in atto nei suoi confronti con la corda di una tenda.
All’interno della discussione di equipe viene coinvolto lo psicologo al quale viene chiesto di sviluppare un progetto di diagnosi ed intervento.
Il candidato / la candidata delinei le azioni professionali da attivare rispetto alla propria specificità professionale e in rapporto ai possibili scenari diagnostici, prospettando le linee di intervento alla luce del primario interesse del minore.
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