Fare sport è utile per la salute fisica ma anche per la salute psicologica. Ti spieghiamo 3 benefici psicologici del praticare attività fisica
Dott.ssa Sissi Cavaliere
Chi di noi non ha trascorso l’infanzia a correre all’aperto con gli amichetti, a giocare al pallone o con lo skateboard, a fare giri in bici, anche solo in terrazza o in cortile. Vissuti di un passato in cui lo stile di vita era più a misura d’uomo. Attualmente le attività quotidiane ci portano ad essere schiavi di ritmi schematici e routinari. La vita frenetica, dovuta ai tanti impegni, impedisce di dedicare del tempo a sé stessi; ciò riconduce sempre più a situazioni di stress e di insoddisfazione, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Non solo, si cede alle abitudini sedentarie con maggior frequenza:
Tali abitudini si allontanano da quelle adatte ad uno stile di vita sano. A tal riguardo, la letteratura scientifica ci dimostra quanto possa essere importante praticare attività fisica. È opinione comune che, dedicare ad essa almeno trenta minuti al giorno, con l’aggiunta di una sana alimentazione, renda possibile mantenere uno stile di vita salutare. Entrambe comportano numerosi vantaggi, come:
In particolare, l’attività fisica rappresenta il mezzo più efficace per acquisire massa muscolare, rafforzare le articolazioni e migliorare la resistenza fisica.
Un aspetto sottovalutato dell’esercizio fisico regolare è il beneficio che apporta all’umore. Infatti esso contribuisce ad attenuare:
Questo accade perché l’esercizio aerobico permette una migliore circolazione del sangue nel cervello, con conseguente stimolazione dell’asse ipotalamo – ipofisi – ghiandola surrenale (HPA). Nel caso specifico della depressione, gli studi clinici hanno confermato che l’attività fisica abbia un effetto antidepressivo naturale. Questo perché essa stimola la produzione di importanti neurotrasmettitori, come la serotonina, la dopamina, la noradrenalina, le endorfine, alcuni detti proprio “ormoni della felicità”, che danno una sensazione di benessere. Con il movimento, inoltre, diminuisce il cortisolo, uno degli ormoni dello stress.
Lo sport contrasta anche le infiammazioni, alleviando i dolori e i problemi riconducibili a uno stile di vita sedentario, viziato da un eccesso di zuccheri, sale, alcool e fumo. Infatti, quando si soffre di ansia e di stress prolungati si sperimentano diversi malanni. Si effettuano varie visite mediche, analisi, che spesso hanno esito negativo, ma si continuano ad avvertire sintomi fisici, incompresi o sminuiti dalle persone più vicine, come ad esempio fastidi intestinali o difficoltà digestive. Inserire l’attività fisica in questo ciclo di malessere, insieme ad una sana alimentazione, non può fare altro che aumentare il benessere psicofisico.
In uno studio divulgato su Global Advances in Health and Medicine, il Dott. David Tomasi et al., dell’Università di Vermont, hanno fatto realizzare una palestra nel reparto psichiatrico del Centro Medico dell’Università e analizzato un campione di circa 100 pazienti con alcune patologie, come: disturbo bipolare, depressione, ansia e schizofrenia. Nel loro piano terapeutico sono stati inclusi:
Dai questionari compilati dai partecipanti, all’inizio e al termine dello studio, è emerso che:
Nello specifico:
Un altro vantaggio offerto dalla pratica di attività fisica è quello legato al miglioramento della memoria. Diversi studi, infatti, evidenziano che, tale attività, inneschi processi neurochimici che aumentino la secrezione di determinati ormoni, inibendone altri. Inoltre, incrementa la produzione delle cellule dell’ippocampo, responsabili della memoria e dell’apprendimento.
Le connessioni sinaptiche del cervello non solo vengono potenziate, ma se ne creano di nuove. Già dieci minuti di attività fisica moderata sono sufficienti a far aumentare la connettività tra ippocampo e corteccia. Ciò comporta migliori capacità mnemoniche.
“L’ippocampo è una regione critica per la formazione di nuove memorie, ed è una delle prime regioni del cervello che si deteriora con l’invecchiamento, soprattutto in caso di Alzheimer. Per questo, migliorare la funzionalità dell’ippocampo, è una via estremamente promettente per potenziare la memoria anche nella vita di tutti i giorni”, spiega Michel Yassa, professore dell’Università della California.
Un recente studio, effettuato a Los Angeles, dimostra che, i ragazzi che praticano sport e hanno un peso corporeo adeguato all’età, rispondono meglio ai test standard per le funzioni della memoria e dell’apprendimento.
Nello studio sono stati coinvolti circa 2.000 ragazzi delle scuole primarie ai quali si chiedeva di percorre una corsa di 1 chilometro e mezzo e, successivamente, di rispondere ad alcuni test d’intelligenza. È emerso che, i ragazzini che avevano impiegato meno tempo per la corsa, siano stati in grado di dare i migliori risultati ai test d’intelligenza e cultura. In altri termini, vanno di pari passo:
Sono pochi i dati riguardanti l’attività fisica e i suoi effetti sul declino cognitivo nell’anziano, specie perché gran parte degli studi non sono sperimentali e mancano di gruppi di controllo. Si è notato, però, che i punteggi ai test cognitivi sono più alti negli anziani fisicamente attivi rispetto a quelli sedentari; inoltre è da tener presente che la scolarizzazione correla positivamente sia con la probabilità che l’anziano pratichi attività sportiva sia con un successivo migliore mantenimento del funzionamento cognitivo.
Emery e Blumenthal (1991) trovarono che, gli anziani già compromessi dal punto di vista cognitivo, mostrano effetti positivi dovuti alla pratica sportiva; tali effetti si riducono per anziani con un funzionamento cognitivo ancora adeguato. L’attività fisica regolare ha dei benefici per gli anziani anche dal punto di vista delle relazioni sociali.
Secondo l’American Accademy of Neurology, oltre il 6% della popolazione americana di età superiore ai 60 anni soffrirebbe di demenza. Non ci sono studi a lungo termine scientificamente validi che individuino farmaci, diete o integratori in grado di rallentare il declino della memoria. È pertanto estremamente importante diagnosticare precocemente questa condizione per poterne evitare la progressione, iniziando subito un programma personalizzato di esercizio fisico associato a un training cognitivo.
Tutte le attività sportive offrono benefici fisici e psichici ma, se si vuole puntare a un maggiore sviluppo cognitivo, sarebbero consigliate attività non troppo faticose, che siano simmetriche, in cui i movimenti non siano automatizzati e ripetitivi, ma vari. Si può suggerire, per esempio, la ginnastica a corpo libero, il tennis, la pallavolo e le arti marziali, lo yoga.
Sonno e sport sono attività strettamente connesse: l’attività fisica migliora la qualità del sonno e il riposo influenza l’attività fisica. In realtà bisogna stare attenti alle attività molto intense, soprattutto se effettuate in serata, perché rischiano di compromettere il regolare sonno, provocando difficoltà nell’addormentarsi. Questo accade perché il rilascio di adrenalina stimola il nostro sistema nervoso e può dar vita a stati di fastidiosa insonnia. Tutti siamo a conoscenza del fatto che bisognerebbe dormire in media circa otto ore a notte per permettere al nostro organismo di rigenerarsi adeguatamente e di svegliarsi carico di energie la mattina successiva. Dormire meno del dovuto può provocare danni all’organismo, abbassando drasticamente le difese immunitarie, con il rischio di contrarre varie malattie.
Il rapporto esistente tra un buon riposo e una costante attività fisica sostiene il nostro organismo per diversi aspetti:
È per questo che, chi pratica sport, si addormenta con maggior facilità. Durante le fasi di sonno lento profondo sono attivi gli ormoni che permettono ai tessuti muscolari di essere ricostruiti. Il sonno, inoltre, provoca una diminuzione dell’attività delle cellule cerebrali che comandano i muscoli corporei; ciò permette uno stato di rilassamento generale e una conseguente rigenerazione. L’inattività dei muscoli fa sì che il nostro corpo si liberi dalle tossine e dagli scarti accumulati dall’organismo. Tutto ciò fa sì che un sonno regolare favorisca il recupero energetico e psico-fisico, garantendo allo sportivo ottime performance.
La stanchezza e il riposo notturno non regolare possono dipendere anche dal cibo, in particolare dai grassi, che introduciamo con l’alimentazione durante la giornata. Numerosi ricercatori, tra cui quelli del “Nutrition Research Center Obesity” di New York, hanno comprovato tale ipotesi scoprendo che, chi ha disturbi del sonno, introduce con il cibo circa 300 calorie in più al giorno rispetto al fabbisogno totale calorico. Sembra che il metabolismo, il funzionamento delle cellule e la digestione siano più lenti. Per tale motivo una corsa di 5Km, un allenamento a corpo libero o una sessione di yoga non solo aiutano a rimanere in forma, ma migliorano la qualità del sonno.
Con alcuni piccoli accorgimenti la qualità del sonno può migliorare drasticamente:
Se non si dorme bene la notte, si avranno meno energie durante il giorno e, si avrà meno voglia di allenarsi. Questo è stato recentemente confermato da uno studio su atleti studenti condotto dalla rinomata Università di Stanford: gli studenti che avevano riposato adeguatamente ottenevano performance migliori, rispetto a quelli che riposavano meno.
Come abbiamo già detto, l’esercizio fisico, soprattutto se svolto con regolarità, comporta dei cambiamenti a livello cerebrale, stimola la creazione di nuove connessioni, riduce l’infiammazione, migliora la qualità del sonno, il tono dell’umore, salvaguarda dal decadimento cognitivo. È abbastanza scontato che l’esercizio fisico ripetuto e progressivo bilanci la composizione corporea in favore della massa magra, rispetto a quella grassa. Più fibre, più muscoli, più energia. È una buona abitudine che aiuta a vivere meglio, più a lungo, in modo sano.
Ulteriori vantaggi sono:
Cosa aspetti, inizia subito a prenderti cura di te, dedica del tempo a scegliere l’attività fisica che fa al caso tuo, organizza passeggiate nella natura, all’aria aperta o sessioni di fitness con le amiche e gli amici! E non dimenticare di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata!
Laureata in Psicologia Clinica e della Salute nel 2012. Iscritta all'Ordine degli Psicologi regione Campania con nº5994. Specializzanda presso la SPAD - Scuola di Psicoterapia Psicodinamica dell’adolescente e del giovane adulto.